lunedì 19 novembre 2012
I balocchi
io con le immagini
dei nostri baci
posso baloccarmi
la mente per ore
intrattenermi
giornate intere
sabato 17 novembre 2012
Il puntaspilli
Trafitta
Percepisce dolore?
Il senso di scossa vale?
Solo se dura più di tre secondi
Mh, no, sta passando
Tutto a posto?
Veramente ho freddo: sa, sono in mutande e là fuori ci sono
5 gradi
Il freddo è un problema: se le si contrae il muscolo gli
aghi le faranno male
Ecco: faccia qualcosa allora
Sono distesa a pancia sotto. Mi copre le cosce e mezza
schiena con una coperta. Spalle, braccia, polpacci e piedi non può coprirli:
questa è la mia prima seduta di agopuntura e sono un puntaspilli.
La disturba se appoggio sulla parte alta della schiena
questa coperta leggerissima?
In che senso disturba?
Sa, se sente freddo per coprirla devo posargliela sugli aghi
Ossignore, penso. Ma non lo dico ad alta voce. Rispondo invece:
faccia pure
Allora, come va?
Nessun problema
Sicura?
Tutto ok, davvero
Bruciori? Pizzicori?
Direi di no. Senta
Dica
Ma quanti sono?
Cosa?
Gli aghi
Non glielo dico
Ah
Ora io mi allontano una ventina di minuti. Le abbasso anche
la luce. Se sente un fastidio di qualunque genere mi chiami
Ok
Ancora una cosa
Sì
A volte i pazienti si rilassano e tendono a dimenticarlo:
lei è piena di aghi al momento
Mh
Quindi deve stare ferma
Ferma
Immobile. Anche il minimo movimento provoca una contrazione
muscolare e questo potrebbe causarle dolore
Ah
Perfettamente immobile. Ha capito?
Sì, capito
Allora io vado
Va bene
Sono qui nella stanza accanto eh
Me la caverò
Abbassa le luci e lascia la stanza chiudendo pianissimo la
porta. Silenzio. Sento i suoi passi allontanarsi sul parquet. Sto benone,
penso. Dopo un secondo esatto mi prude il naso.
domenica 28 ottobre 2012
Il mio regno per qualcuno che venga a farmi il cambio di stagione
Ho rimandato di settimana in settimana, per pigrizia, finché
l’allerta meteo, dalla quale mi faccio coscienziosamente terrorizzare, non mi
ha convinta: questi shorts a quadretti azzurri mi assicureranno una colite se
non mi decido a sostituirli con un dolcevita in lana vergine. Devo cambiar la
stagione al mio armadio.
L'abito in lino rosso di mich |
È un’espressione che usiamo troppo spesso senza renderci
veramente conto della poesia che nasconde. Ci facciamo per qualche ora padroni
del tempo e imponiamo alla stagione di mutare in qualche angolo della nostra
magione: l’armadio, per l’appunto. Se uno ci pensa per un attimo quasi si
scorda del tormento che lo attende, preso com’è da fantasie di onnipotenza
planetaria. Ma la realtà dell’esplosione di magliette stropicciate, vestitini
che “poi li lavo” e stanno lì su una sedia da luglio e tshirt di traverso nei
cassetti si fa presto largo alla nostra vista. Io procedo ormai in automatico,
senza darmi modo di riflettere se sacrificare o meno qualcosa da una
transumanza all’altra in questo rito stagionale.
Perché tutti ci troviamo a un certo punto faccia a faccia con lui, il vestito che non mettiamo da un secolo o due ma del quale è impossibile pensare di privarsi. Il mio vestito estivo in-sacrificabile l’ho appeso a una porta e l’ho guardato a lungo. Lo possiedo da lustri e non lo metto da almeno tre anni, ampio in lino rosso, tocca in terra da quanto è lungo. Ogni sei mesi lo tiro fuori e poi lo risistemo dentro, con le pieghe ancora intatte, pensando che prima o poi mi verrà voglia di indossarlo ancora.
Ce l'avete anche voi vero il vostro abito feticcio?
giovedì 11 ottobre 2012
Tiro al bersaglio
Il bersaglio di mich |
Le persone se ne vanno in giro
con un bersaglio sulla schiena. Tutte. È indispensabile alle dinamiche della
reciproca conoscenza. Solo che qualcuno non lo sa, di averlo; alcuni,
misantropi, lo nascondono sotto strati di maglioni; mentre altri, i più
sfacciati, lo tengono ben posto in evidenza. È questione di predisposizione, di
attitudine al confronto e alla socializzazione.
E come le colpite voi le persone?
Voglio dire, quando vi interessa qualcuno riuscite a trasmetterlo, vi affidate
all’improvvisazione oppure calcolate la strategia con perizia? Pare che le strategie
non vadano più di moda e che l’approccio jazz sia in genere il più efficace. Mi
piace crederci e mi annoiano le persone che prendono la mira.
Per colpire me, comunque, fate
piano.
domenica 7 ottobre 2012
Mal comune un par di palle
Sono convalescente. Ma non lo sapevo fino a qualche giorno
fa. Fino a qualche giorno fa ero convinta di essere guarita, di poter far finta
di ignorare il problema, di star benone insomma. Poi ha cominciato a piovere. Dopo
un’ora esatta di pioggia battente, un calo deciso della pressione atmosferica e
un aumento improvviso dell’umidità nell’aria, qualcosa all’altezza della mia
cervicale ha fatto cric. Un cric silenzioso e oscuro, con il quale faccio i
conti ogni minuto di ogni giorno da una settimana precisa. Soffrendo.
Millanta persone convivono con il mal di schiena e la
quantità di iniziative pubblicitarie che promuovono antidolorifici,
antinfiammatori e cerotti affini mi fanno capire che non ho affatto l’esclusiva
su questo male. Ma sapete che vi dico? Io al mal comune mezzo gaudio non c’ho
creduto mai. Mai mai, manco per un istante.
Per quale diavolo di motivo dovrei trovare qualche forma di consolazione nel
condividere una qualsiasi sofferenza con il resto del mondo? Senza contare
il fatto che per narcisismo violento e parossismo egocentrico tengo moltissimo
alle esclusive, in qualsiasi forma scelgano di manifestarsi.
Ad ogni modo io, con il compiacimento tipico dei forti
dolori e ormai incline all’autodiagnosi, assumo con regolarità tizanidina, paracetamolo
e codeina. Il tutto con un contorno di fave e un buon bicchiere di Chianti.
domenica 30 settembre 2012
Cronaca sintetica di un’assenza giustificata. Di come non te lo aspetti ma le settimane si fanno matassa e i mesi si avvolgono in gomitoli leggeri.
Cos’hai fatto in tutto questo tempo?
Mah, sono andata a letto presto.
Mah, sono andata a letto presto.
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