Malgrado non avessi una grande curiosità in proposito ho
recentemente maturato una certa dimestichezza con i riti funerari e ho imparato
alcune utili accortezze che mi sento di dover condividere. Partiamo dall’assunto
che i necessari atti di saluto, cordoglio e commiato li abbiamo fatti e li
faremo tutti, talvolta solo per dovere, più spesso con sincero trasporto e partecipazione.
Ma, detto questo, a meno che non siate consanguinei diretti o amici stretti,
normalmente presenti nella vita dei coinvolti, per quando dovesse capitarvi, vi
prego di seguire alcune valide indicazioni:
- alle persone vicine al defunto fa piacere vedervi, ma non
ad ogni costo e ad ogni orario. Immaginate che nei tre giorni tra gli infelici
accadimenti e le funzioni si presentino alla porta circa 40 persone al giorno e
immaginate che ciascuna di queste si fermi tre quarti d’ora. Avete fatto i
conti? La visita è gradita, l’abbraccio è sincero e quindici minuti vi sono
consentiti. Le domande dettagliate sulle dinamiche del fatto sono invece
inopportune e potrete farle eventualmente con calma in un secondo momento
- nonostante il dolore, i familiari avranno la necessità
fisiologica di sfamarsi. Lo so che sembra incredibile ma vi assicuro che è così:
il lutto non richiede il digiuno. Purtroppo, in virtù di questo malinteso, in
molti decideranno di farvi visita all’ora di pranzo o cena. Se non avete modo
di andare in un altro momento non scordate di portare una teglia di lasagne:
per accogliere voi e tutti quelli che vi hanno preceduto non è stato possibile né
fare la spesa né tantomeno preparare qualcosa da mangiare
- belli sono gli aneddoti attorno al defunto, ma le foto di
quando eravate al mare insieme nel ’77 portatele più avanti, quando i familiari
avranno il tempo, la voglia e anche il bisogno di ricordare con delicato
stupore quel che fu
- “eh, ma li truccano”: questa è la risposta dei macellai
del sentimento all’espressione “sono andata a salutarlo, sapessi com’era bello”,
dove l’oggetto del discorso è la salma e il soggetto di “li truccano” è il
becchino. Scusate, ma cosa importa? Truccati, struccati, con o senza il blush
cosa diamine cambia? Chi ha piacere di salutare i propri cari andando a vederne
le spoglie mortali non gradisce affatto sentirsi dare dalla zia Evarilda una
lezione di make up funebre
- si dice “condoglianze”. Cordoglianze non esiste, non vuol
dire niente. Se siete in dubbio lasciate perdere e sostituite con un “ti sono
vicino”
- e poi un’ultima cosa, vi prego. Vi capiterà di fare ai
parenti la seguente domanda “Come stai”. Già di per sé è una domanda cretina,
ma facciamo i distinguo necessari: l’amico vero si interessa perché partecipa
della tua angoscia, l’addolorato a interim chiede ma non sa di cosa sta
parlando. Io me la sono sentita rivolgere questa domanda e ho anche risposto: “Mi
sento bene, davvero, andrà bene”. Sapete cosa mi hanno detto? “Eh, stai
attenta, il peggio deve ancora venire”.