Tra i peccati è forse più comune di quanto non si tenda a pensare. Quello con cui facciamo
i conti, talvolta inavvertitamente, ogni istante della giornata. Anche le
persone più miti, i timidi, gli insicuri. Nessuno è davvero escluso dalla
tentazione del tutto umana di ritenere il proprio esistere e il proprio sentire
migliore di quello altrui. La superbia è tra i peccati più difficili da
stanare, perché il confine con la giusta opinione di sé può essere talmente sottile,
inavvertibile quasi, che individuarlo diventa un esercizio di critica che non
sempre val la pena di compiere. Eppure ci capita di continuo.
Siamo superbi ogni volta che non abbiamo dubbi, ogni volta
che pensiamo di aver capito. Ogni volta che riteniamo la sfida una lusinga ma l’avversario
non all’altezza. Siamo superbi quelle volte che riusciamo a ridurre al silenzio
oppure che ci restiamo noi, in silenzio, per dileggio dell’interlocutore. Tendiamo
all’arroganza, talvolta, l’istante in cui comprendiamo che l’abilità dialettica è in grado di sedurre. Ogni volta che la nostra opinione espressa, sia stata o meno pretesa,
intaglia ferite negli animi sensibili. Ogni volta che, in un modo o nell’altro,
ci sentiamo persuasi che il nostro parere sia necessario.
Che peccato, i peccati. Una piccola serie:
AccidiaIra
Invidia
Gola
Lussuria