Il collare, quella che ho scoperto essere un’ernia cervicale e il dolore che mi accompagnano da una settimana esatta mi garantiscono un sacco di tempo libero, interamente impiegato a cogitare sui massimi sistemi, la vita l’amore e la morte. Pensieri con i quali avrò modo di deliziarvi in seguito. Oggi vi racconto i pensieri più spicci, quelli concreti, i primi che l’immobilità genera spontanei. Oggi vi parlo di quel che non si può fare quando si ha il collo ridotto in queste tristi condizioni.
Dunque, tanto per cominciare non si può baciare, si può solo essere baciati. Il che può presentare dei vantaggi nella gestione delle iniziative, ma non sono molti. Non si può fare l’amore, né alcuna attività propedeutica. No, fidatevi, non si può fare niente: qualunque sollecitazione amorosa, anche la più lieve, provoca nell’organismo tutta una serie di micro tensioni che vanno a percorrervi le vertebre. Il che al momento non è piacevole affatto.
Non si può bere un martini alla goccia, né una bulldog, né un calice di vino, né la tisana depurativa carciofo e bardana con la quale sto familiarizzando per contrastare i subdoli effetti di tutti i farmaci assunti fino ad oggi. Mangiare è possibile, con molta cautela. Ovviamente la forchetta va portata alla bocca, come galateo impone, ed è bene non distrarsi, onde evitare soffocanti bocconi di traverso o incaute sbirciate in direzione degli altri commensali.
Non si può abbracciare. Anche essere abbracciati provoca qualche problema, sia a noi che all’abbracciatore, che pur se animato dalle più amorevoli intenzioni non potrà che sentirsi goffo e inadeguato.
Mentre siamo sul bidet non si può guardare quel che si sta facendo. Non ci si possono guardare i piedi. Non si può evitare che lo shampoo ci finisca negli occhi quando ci laviamo i capelli sotto la doccia.
Non si può dormire, semplicemente. Via il cuscino, via la possibilità di girarsi, è necessario restare immobili supini. Un tormento. Quando sonno vi coglie e l’istinto vi porta a cercare il fianco preferito vi sveglierete e sarete costretti a inseguire il sollievo in giro per casa. Questo avviene lungo tutta la notte, per molte notti consecutive.
Non si può guidare naturalmente ma, detto tra noi, al momento non ho fretta di raggiungere località di villeggiatura di alcun genere.
2 commenti:
e ancora:
- non si può attraversare la strada come ci ha insegnato la nonna decenni fa, ovvero guardando attentamente a destra e a sinistra
- è impossibile afferrare saldamente qualcosa che si trova molto al di sopra della nostra testa
- non ci si possono depilare le ascelle senza il supporto di uno specchio (e anche così il rischio di ferirsi è alto, perché l'ernia cervicale ha ridotto la sensibilità di una delle due mani, il che rende difficile impugnare adeguatamente il rasoio)
In pratica tutto questo per dirmi quanto sono fortunato. Stamani ho poggiato un libro sul letto, non so se hai presente il tipo di movimento, se lo ricordi più date le tue condizioni: hai un libro in una mano, e lo getti delicatamente sul letto sicuro dell'atterraggio morbido. Ecco. Lo so, uno sforzo notevole. Il 30 dicembre mi era successo allungando il braccio per arrivare al mouse. Comunque, dicevo, sono molto fortunato. Mi fa giusto male il collo, ma non ho altro. E già così rompe le scatole abbastanza. Non oso immaginare cosa stai passando, anche se tu cerchi in ogni modo di farmelo fare. In somma. Mi dispiace davvero tanto michela. E quindi un abbraccio a distanza, così non ti fa male (d'altronde sarebbe impossibile al momento farne uno non a distanza, ma questa è un'altra storia).
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