Ho due nuove coinquilini. Hanno nove
mesi, sono gemelli e mi stanno insegnando molte cose.
Ad esempio un bambino di nove
mesi sa sempre se alle sue spalle c’è un cassetto da aprire. L'interesse per il cassetto è direttamente proporzionale al numero di
coltelli affilati al suo interno.
Attualmente la migliore baby
sitter è l’acqua. Dentro a un bicchiere, in vasca, nell’innaffiatoio, sul
pavimento. Soprattutto sul pavimento.
Trovato un cavo elettrico o un
laccio, la cosa più divertente del mondo sarà cercare di stringerselo con forza
attorno al collo.
“Quel che ha in mano mio fratello
è indubbiamente più bello di quello che ho in mano io. Lo voglio subito.”
“Quel che ha in mano mia sorella mi interessa soltanto se a lei non interessa quel che ho in mano io.”
“Quel che ha in mano mia sorella mi interessa soltanto se a lei non interessa quel che ho in mano io.”
Il gioco è bello quando dura per
sempre, o almeno sei settemila ore.
Dormire di notte è
sopravvalutato.
La forza di gravità, che
straordinaria invenzione. Poche cose piacciono come vedere un oggetto che dalla
mano finisce a terra. Mille volte di seguito.
I bambini piangono perché hanno
fame, sete, sonno. Perché si annoiano o perché hanno il sole in faccia. Perché
vogliono essere cambiati e perché non vogliono essere cambiati. Perché gli
prude un dito, un piede o perché vogliono ascoltarsi gridare. Essi piangono,
non sanno fare molte altre cose. La vostra vita sarà senz’altro migliore quando
smetterete di cercare un rimedio per ogni pianto.
Le scarpe non servono a niente. Per
non dire dei calzini.
I paraspigoli sono ottimi per grattarsi le gengive.
I bambini di nove mesi baciano a
bocca aperta. Vi afferrano con manine grassocce per avere il vostro viso vicino
al loro e poi vi cospargono di saliva nel tentativo di mangiarvi.
Quello che ho sulla spalla, lì
sulla maglia nuova, è moccio.
4 commenti:
grattarci le gengive coi paraspigoli è una cosa che dovremmo fare più spesso tutti, penso che possa dare del godimento di alto livello U_U
Sono stupefacenti, vero? Ah, essere zio. (-: Dovresti scrivere qui ogni giorno. Tra un po' di moccio e l'altro (noi si chiama anche moccico, da cui derivano le famigerate frasi "Vieni qui che ti levo il moccico", "Vieni qui che ti smoccico" e "Stai fermo/a che mi smoccichi da tutte le parti", tutte parole che si dicono non perché funzionino realmente, ma perché esprimendole sembra di completare meglio l'azione, è una rassicurazione verso noi stessi). Oh-oh-oh. ndr p.s. il programma contro i robot mi ha fatto selezionare "tutte le immagini con i fiumi"..
Hmm.. interessante. Ancora più curioso sarebbe scavare nell'inconscio di ciascuno di noi ricordando di ciò che facevamo noi da bambini.
Jan Quarius
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