mercoledì 20 ottobre 2010

Via col tempo

Tempo, comunque vadano le cose lui passa. Oggi, come spesso accade, mi concedo un argomento banale, noto, inflazionato da secoli di speculazioni romantiche e non solo: il tempo. Il seguire dei giorni, lo scorrere delle settimane, l’avvicendarsi delle stagioni.

Domanda: voi ci credete a quella vecchia leggenda che il tempo cancella, diluisce, attenua ogni cosa? Che assegna agli eventi un posto diverso da quello che pelle e cervello continuano a proporre? Il problema è che siamo creature temporali. Mi spiego: se fossimo immersi nell’eternità come qualcuno vorrebbe farci credere, ci sarebbe molto semplice farci colare addosso i minuti, non li sentiremmo neppure scorrere, non ne avremmo coscienza e quest’assenza di tempo ci renderebbe beati. Ma tanta saggezza ci è preclusa, almeno: è senz’altro preclusa a me.

Vi faccio qualche esempio. Cominciamo con un assioma: viviamo il tempo come se fosse spazio. Voglio dire che quando desideriamo che i giorni passino in fretta, che soffino via, succede in genere perché, letteralmente, vogliamo allontanarci, come fosse da un luogo, da una qualche avventura che insiste per restarci addosso. Desideriamo questo nell’illusione che la distanza la renda più digeribile, dimenticabile magari. O le cambi forma. O che cambi la nostra, di forma, offrendoci in cambio la lucidità di giudizio. A questo punto possono accadere due cose:
1. Lo spazio di tempo che riusciamo e mettere tra noi e ciò che vogliamo dimenticare ci tormenta. Ci strazia. Tipicamente accade quando abbiamo il seguente ricorrente pensiero: “ok, sono bravissimo a gestire questo alternarsi delle stagioni, quant’è passato? Saranno tre secoli minimo. Sono stati atroci ma sono sulla buona strada dell’oblio”. Poi guardi meglio e son passati due giorni.
2. Lo spazio di tempo che riusciamo e mettere tra noi e ciò che vogliamo dimenticare, in qualche modo, smette di torturare. Non è verificabile come, ma pare che succeda. Sul calendario può trattarsi di un mese come di un lustro, anche un paio di decadi nei casi impegnativi, ma il dolore (amore, odore, languore) si è effettivamente diluito. Trasformandosi in nostalgia, che presenta ben altri problemi e magari una volta ne parliamo.


20 commenti:

Raffa ha detto...

Guarda comunque che l'argomento non è banale. Inflazionato quanto vuoi, ma non banale. Non permetto mai che si dia del banale ai miei argomenti preferiti.

dessisa ha detto...

Il duro del tempo per me è riuscire a vivere il presente senza il senso di colpa del passato e l'ansia del futuro.

LorenZo ha detto...

Non è esattamente il trascorrere del tempo che cancella, diluisce, attenua ogni cosa. Al massimo ne offre l'occasione. È l'atto di riscrivere (sovra-scrivere) che cancella, piano piano, il contenuto di quella locazione di memoria. Quindi potrebbe anche passare un secolo, ma se non riscrivi niente in quella stessa cella di memoria, il suo contenuto rimarrà invariato, almeno fino a quando il disco continuerà a funzionare. Questo vale per la RAM (Random Access Memory). Poi, c'è anche la ROM (Read Only Memory), una memoria su cui si può scrivere solo una volta - e leggere per sempre. Serve in genere per contenere informazioni basilari come es. aprire gli occhi per vedere, contrarre il quadricipite per muovere la gamba...
Ecco, una volta scritta una memoria sulla ROM non si può più cancellare (se non con operazioni macchinose e delicate). Quindi, non scrivete le mostre memorie quotidiane sulla ROM (quella che vi avanza). Se non avete più memoria RAM, compratevi una USB key, che all'occorrenza, si schiaccia sotto i piedi con estrema facilità. Poi se proprio non resistete al fascino della memoria, fate una visita al più vicino museo.
:-)

Unknown ha detto...

Quella cosa delle due ore apparenti e dei dieci minuti effettivi mi è capitata l'unica volta che ho usato una cyclette...

Ma no, parlando sul serio, quella testa di cazzo del nostro cervello, o meglio della nostra memoria selettiva, modifica il ricordo del passato mica in funzione del nostro benessere. No, ci mancherebbe! Lo modifica in funzione della nostra autostima, che a sua volta viene modificata dal ricordo selettivo. Retroazione.
E quindi se ti senti una merda, col passare del tempo tutti i tuoi ricordi concorderanno con questa valutazione. Se ti senti un dio, nessun ricordo ti smentirà.
Perciò sì, il dolore può diluirsi, ad esempio in Silvio (se mai ci abbia fatto caso), o può acuirsi.
Direi che la conclusione è sempre la stessa: dipende.

Silas Flannery ha detto...

In realtà tendono ad accadere entrambe le cose. A me, quanto meno. Nella prima fase c'è l'1, poi si passa al 2. C'è anche una transizione, un periodo in cui lo strazio è minore, ma non è ancora diluito.

A me capita con il fumo. Tutte le volte che ho smesso di fumare è successo. Poi, per fortuna, è arrivata la fase due.

Calzino ha detto...

Banale un cazzo...
Io nel mio blog non parlo d'altro, ormai.

La situazione è tragica.
Mi scivola via tra le dita, così.

Luce ha detto...

Non mi sembra banale affatto.
Noi siamo il tempo, il nostro modo di occuparlo, la capacità di sfruttarlo. E' che ce lo dimentichiamo spesso il presente; il passato non è più, il futuro ancora non esiste.
A parlare sono brava. E' che sono metereopatica.. ma sempre di tempo si tratta.

L'Oscuro Creatore della Scala C. ha detto...

Ticking away the moments that make up a dull day
Fritter and waste the hours in an offhand way
Kicking around on a piece of ground in your home town
Waiting for someone or something to show you the way

Tired of lying in the sunshine staying home to watch the rain
And you are young and life is long and there is time to kill today
And then one day you find ten years have got behind you
No one told you when to run, you missed the starting gun

And you run and you run to catch up with the sun, but it's sinking
Racing around to come up behind you again
The sun is the same in a relative way, but you're older
Shorter of breath and one day closer to death

Every year is getting shorter, never seem to find the time
Plans that either come to naught or half a page of scribbled lines
Hanging on quiet desperation is the English way
The time is gone, the song is over, thought I'd something more to say.

ndr ha detto...

Ummm. Ricordo di aver letto che noi non scordiamo niente. O meglio, il nostro cervello immagazzina tutto, siamo noi incapaci a ritrovare le cose. C'è chi ci riesce, come nel racconto di Borges su Funes, ma anche negli studi di Lurija. Va beh. Il tempo, comunque, non esiste.

mich ha detto...

@ raffa, mi sa che abbiamo molti argomenti preferiti in comune

@ dessisa, un equilibrio precario tra ciò che è stato, ciò che è, ciò che potrebbe (dovrebbe) essere?

@ lorenZo, bellissima intuizione. Il floppy si usa ancora?

@ danilo, qui è la patria del relativismo (e dipende è una delle parole che viene più facile usare)
(ps. non ho capito di Silvio)

@ silas, 2 fasi per semplificare. C'è anche la fase 1.3 in cui ti prende fretta, poi la fase 1.5 in cui non c'è fretta, poi la fase 2.1 in cui parli di cose successe due anni fa come fossero accadute ieri

@ calzino no! non lasciamo spazio a scivolamenti e distrazioni, tocchiamolo sto cacchio di tempo!! facciamolo nostro!

@ patè, l'intero post è scritto sotto l'effetto psicotropo della metereopatia

@ signor C, ottima (in)citazione

@ ndr, certo che no, ma non abbiamo modo di dimostrarlo

Punzy ha detto...

oh, il tempo. Scava rughe, rilascia adipe, annebbia il passato, esercita dissolvenze..ok anche io ne sono affascinata :)

L'Oscuro Creatore della Scala C. ha detto...

But time is on your side
It's on your side now
Not pushing you down and all around
It’s no cause for concern

LorenZo ha detto...

Il floppy è obsoleto da un pezzo! Ha una bassa capienza e un lungo tempo di accesso. Siamo già alla memoria flash allo stato solido :-)
http://bit.ly/aLQP4W
Praticamente miliardi di cellette di memoria senza alcun disco che gira.

Per ciò che concerne l'irreversibilità del tempo, ti consiglio Ilya Prigogine
http://bit.ly/9Y0VgT
http://bit.ly/8Ynsg3

P.S. Per dimenticare l'ex, bisogna andare a cena nello stesso ristorante con la nuova compagna, dormire nello stesso letto, vedere gli stessi film, sentire la stessa musica... poi cambiare scenario. Scrivere e riscrivere fino a quando dell'ex non rimane più traccia. Traccia di che? Non so, cosa stavi dicendo? Ma chi io? Si vabbe', dammi un bacio!
;-)

plutoschi ha detto...

"Guarda questa porta carraia nano, essa ha due fronti. Due strade si congiungono qui: nessuno finora le ha percorse fino in fondo. Questa lunga strada all’indietro: essa dura un’eternità. E quella lunga in avanti: è un’altra eternità. Qui, sotto questa porta, è il punto in cui esse si congiungono. Il nome della porta sta scritto sopra di essa: “attimo”.
Ma chi si inoltrasse su una di esse e andasse sempre più lontano: credi tu, nano, che queste strade si contraddirebbero in eterno?"

"Tutto ciò che è diritto mente - borbottò sprezzante il nano - Ogni verità è curva, il tempo stesso è un circolo."

"Spirito di gravità - dissi adirato - non farti le cose troppo facili! Guarda questo attimo! Da qui si snoda all’indietro una strada lunga, eterna: dietro di noi giace un’eternità. Non deve, ciò che di tutte le cose può camminare, aver già percorso questa strada? Non deve, ciò che di tutte le cose può accadere, essere già una volta accaduto? E se tutto è già esistito: che cosa pensi, nano, di questo attimo? Non sono tutte le cose così saldamente annodate che questo attimo si trae dietro tutte le cose avvenire? Dunque anche se stesso?"


Della visione e dell’enigma
F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra

Anonimo ha detto...

(Io volevo solo dire che passare di qui per leggere è sempre una bella occasione per riflettere... E poi la lettura è piacevolissima e così ricca di suggestioni, dal post ai commenti!)

LorenZo ha detto...

E poi non dite che non l'avevo detto prima :-)
http://bit.ly/cy2FbP

mgg64 ha detto...

ah il tempo!...quella cosa lì che una cerca in tanti modi di fermare..trattenere...distrarre...l'unica che è riuscita a vincere contro il tempo è la forza di gravità.Quella imperturbabile va avanti e miete vittime...carogna!

mich ha detto...

@ punzy, siamo in buona compagnia: è un fascino che attraversa i millenni (adipe? sì, il tempo e il metabolismo sono inversamente proporzionali: all'avanzare di uno rallenta inesorabilmente l'altro)

@ signor C. it's on your side too

@ plutoschi, ma che bello aver scatenato tante azzeccate citazioni

@ laura, i commentatori qui sanno il fatto loro (te compresa, anche se arrivi in punta di piedi e scrivi tra parentesi)

@ mgg64, "fermare, trattenere, distrarre" e poi ancora pizzicare, afferrare, possedere

mich ha detto...

per tutti:

belle frasi, canzoni, perfetti rimandi letterari... ma nessuno si è accorto che la prima frase in assoluto di questo post è una sfacciata citazione assolutamente incolta?!

LorenZo ha detto...

ecco
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/11/09/news/il_tempo_di_dire_tempo-8921034/?ref=HREC2-10