giovedì 19 maggio 2011

Lui mi saluta e abbassa gli occhi

È sempre lui. Nella vita pendolare di chiunque non mancano personaggi bizzarri e sono convinta che esista un’accurata bibliografia in proposito. Questo qui in particolare credo potrebbe occupare di diritto le posizioni più alte in un’ipotetica classifica di disadattati viaggianti, quanto meno in quella stilata da me.


È un ragazzo giovane, con una gran matassa di capelli scomposti e l’andatura traballante di chi pare aver imparato a camminare dieci minuti prima. Ci salutiamo ogni giorno, per via di quella solidale consuetudine che sollecita l’educazione tra quotidiani compagni di viaggio.
Mi sono convinta che sia sostanzialmente innocuo, nonostante io con questo ragazzo abbia un problema concreto: qualche tempo fa si è seduto accanto a me e mi ha chiesto per favore se potevo levarmi le scarpe. Perché voleva vedermi i piedi. Perché gli interessano i piedi e i miei, poverini, se ne stanno sempre chiusi dentro agli stivali o al massimo in un paio di ballerine semichiuse che poco spazio lasciano alla nudità dell’epidermide. Ed è un peccato, mi dice, a lui i piedi piacciono tanto.


“Fammi solo guardare” mi dice “prometto che non faccio niente”. Confusa dall’approccio resto senza parole e balbetto a fatica un “preferisco di no, grazie”. Il “grazie” mi è uscito così, sono educata e c’è da dire che un complimento ai miei piedi è una cosa talmente rara che la lusinga ha avuto per un attimo il sopravvento. Io non li ostento mai i miei piedi: sono goffi e sgraziati, ho le ditina tozze, quasi quadrate, evito accuratamente infradito e sandali gioiello. L’estimatore del treno non può saperlo questo e si limita a fantasticare intorno ai lembi di pelle vicini alla caviglia che le ballerine lasciano esposti. E mi guarda i piedi sempre. Ogni giorno io salgo sul treno, sul solito vagone, lui mi saluta e abbassa gli occhi per controllare che scarpe indosso. Poi si fa due passi fino al mio sedile per dare un’altra occhiata, si sofferma se vede ballerine, si allontana deluso quando porto gli stivali.

Non so che dire. Preferirei se mi guardasse il culo.

mercoledì 18 maggio 2011

Sentirsi

Dimmi la verità: vi sentite spesso?

Ehm

Allora?

Cosa vuoi sapere?

Hai capito benissimo cosa voglio sapere

La questione è complessa ed è mal posta

La questione è semplicissima e non esiste un altro modo di porla

Accordiamoci sul termine “sentire”

Santo cielo... quelle cose lì che vi cercate in modo pretestuoso e vi chiedete come va

Non condivido il “pretestuoso” ma ho capito cosa intendi

Non hai risposto

martedì 10 maggio 2011

L'arte del rinvio

Alcuni motivi per rinviare a domani (o a un altro giorno) il momento di fare quella cosa:

- Oggi non ho tempo

- Domani avrò più tempo

- Pensavo non fosse urgente

- Non ho soldi

- Non ho capito come funziona

- Non sono capace

- Non dovevi farla tu?

- Non ho voglia

- Ho qualche timore delle conseguenze

- Se la faccio domani è uguale

- Ho dormito male

- Non ho dormito

- Ho bisogno di essere riposato, per farla

- Avevo capito che l’aveva già fatta qualcuno

- Sono stanco

- Avevo fretta e non ho fatto in tempo

- Avevo un sacco di tempo e l’ho tenuta da fare per ultima, così alla fine non avevo più tempo

- Sono pigro

- In fondo non è così importante

- E' troppo importante perché io la faccia senza nemmeno pensarci un momento

- Mi sono dimenticato

- Ormai non serve più farla

- Non ho la forza

- Non ho il coraggio

- Sono stanco già l’ho detto?

Se hai seguito la lettura annuendo ad almeno metà dei punti in elenco, se hai pensato di essere un professionista del settore perché te ne vengono in mente almeno altrettanti diversi, se hai deciso di interrompere la lettura per riprenderla con comodo domani, io e te abbiamo la stessa patologia. E non esiste un motivo al mondo per il quale sia il caso di vantarsene.

domenica 1 maggio 2011

Candide, ou l'ingenue

Bella serata. Alla fine ovviamente siamo finiti a parlare di sesso

Ovviamente. Il confronto è importante

Son d’accordo

E la condivisione è stata utile? Hai imparato qualcosa?

Non saprei

Come non saprei? Che sarà mai?

Mich

Mh

In confronto io e te siamo Hansel e Gretel