mercoledì 27 gennaio 2010

Romanticheria/2 *


senti


mh?


devo dirti una cosa


cosa?


però non so


se puoi dirmela?


eh, si tratta di una cosa un po' delicata


su, coraggio


sono indeciso


non sarà così terribile


aspetta di sentirla


avanti, dai


ecco


sì?


io...


allora?


ecco, io ti...


cosa?


ti ho guardato il culo


[*esiste anche una Romanticheria/1, direttamente collegata]


venerdì 22 gennaio 2010

Citofoni all'alba

Quando esco di casa la mattina presto, in genere non sono neanche le 7, sfilo davanti ai portoni dei palazzotti della via, sotto finestre chiuse, e mi piace immaginare chi sta al di là delle persiane, se sta dormendo, si sta svegliando, sognando, allungando le gambe nel sonno. Mi guardo, in strada nel gelo, come se mi guardassi da dietro una di quelle finestre. Mi faccio anche un po' pena, perché è buio e ci saranno 4 gradi sotto zero.

Le coperte a due passi dalla strada, invece, sono calde.

Quando esco di casa la mattina presto, in genere, sono visitata dal desiderio di suonare un po' di campanelli a caso e condividere la sveglia coi dormienti. Suonare e scappare, così, per vedere l'effetto che fa.

mercoledì 20 gennaio 2010

Docciami!


Doccia.
Molto calda altrimenti non è una doccia. Attraverso vie e quartieri, incroci e svolte con la bici nel freddo, e non sogno altro che acqua bollente addosso. Sulla nuca e sulla fronte, con quelle dita calde che ti accarezzano e scivolano, che arrivano dove desideri. Resto a lungo nell’acqua battente, la nudità è troppo spesso un privilegio di pochi attimi in questo emisfero. Io, l’acqua calda e un pensiero di voluttà rubata. La doccia non è per me luogo da farci l’amore, ma è luogo ideale del preliminare. Ci penso mentre sento il freddo della pioggia che mi lascia la carne e fa spazio al tepore. A mani bollenti che sanno toccare.
Devo uscirne, è una sofferenza reale e pungente ma chiudo l'acqua. Accappatoio blu, fuori piove, un mondo freddo.
Prolungo la carezza dell'acqua con l'aria rovente di un phon, meno sfacciata ma altrettanto piacevole. Ho i capelli intrisi di gocce che si raffreddano veloci, costringendomi a riprendere il filo del pensiero reale, del mondo solido, ad abbandonare le fantasie dell'acqua calda. Lascio che i capelli si asciughino piano e che spifferi tiepidi si facciano strada sul collo, tra le spalle e l'accappatoio.
Quasi finito, tra un attimo dovrò rivestirmi. Un'ultima carezza d'aria a testa in giù, perché i capelli si gonfino e mi sfiorino morbidi la fronte e le tempie. Mi chino in avanti, mi piego e

cric

...

cos'è stato?

Ahi, ma... auch... oddio, non mi muovo. Ho fatto cric? Sono le mie vertebre che hanno fatto cric?!
Cacchio. Sono immobile, non riesco più a ruotare la testa in nessuna direzione, né a guardare in alto e in basso.
Bloccata.

Al Pronto Soccorso parleranno di colpa di frusta autoinflitto. Non prima di aver riso dell'ignuda dinamica in tutto il reparto, coinvolgendo nel racconto anche alcuni primari dall'ultimo piano. Suppongo che, con la giusta dose di dettagli piccanti e rifornendo la scena di un muscoloso brasiliano di 22 anni, l'accaduto entrerà di diritto nelle leggende erotico-metropolitane dell'ospedale.

Dieci giorni di collare. Ad ogni modo io dico in giro che mi hanno tamponata.

sabato 16 gennaio 2010

Saldi


Si svendono i miei sogni di virtù.

[cit.]


martedì 12 gennaio 2010

La sventurata rispose

Siamo tutti sventurati e abbiamo tutti risposto. Nessuno escluso e nessuno immune: c’è posto per tutti. Per quella volta che lo sapevamo che non dovevamo, che non era giusto, che non era il caso. No, non era il caso di rispondere, che sventurati, quella volta che:
- abbiamo accettato l’invito a vedere un film a casa di Ludovico Van, sedicente scrittore di soggetti cinematografici conosciuto un quarto d’ora prima (e non aveva nemmeno una collezione di farfalle, né di nessun altro tipo di lepidottero credibile)
- ci siamo sbronzati in solitudine con distillati fatti in casa, finendo la serata accartocciati di sonno etilico sul divano e risvegliandoci di veglia post-etilica sul pavimento
- quella volta che abbiamo sorriso (invece di fratturarci tutte e dieci le dita in segno di pentimento) nel ricevere dalla nostra compagnia telefonica l’esultante messaggio: Complimenti! Sei entrato nel Top Club esclusivo riservato ai migliori clienti di Vodafone. Scopri le offerte a te dedicate!
- che siamo passati col rosso investendo di striscio una vecchina claudicante
- che davanti al portone con lui, una moglie in vacanza e un figliolo in età scolare, alla domanda Sali? abbiamo risposto
- che ci siamo drogati di Pringles, olive ascolane e pecorino col miele davanti alle repliche di Dawson’s Creek
- che dopo duecentottantaquattro lettere d’addio alla domanda allora quando ci rivediamo? abbiamo risposto domani va bene?
- che abbiamo detto a un’amica fedifraga schiantata dal rimorso relax, take it easy
- che abbiamo finto un’unghia incarnita per non accompagnare la nonna all’Anonima Diabetici (ultimo ritrovato della terapia di gruppo. Esiste)
- quella volta che, sedotti dal bancomat durante i saldi di gennaio, abbiamo accettato la 3x2 dell’infradito, imperdibile svendita di calzature estive

mercoledì 6 gennaio 2010

La volpe e l'uva



Immagino che tutti quanti abbiate incrociato, in periodi prossimi all'infanzia ma non necessariamente, la storiella La volpe e l'uva. Avete presente? È la storia di una volpe che desidera ferocemente un grappolo d'uva: fa di tutto per riuscire a raccoglierlo, si arrampica, salta, risalta, ma senza alcun risultato, non riesce a prenderlo. Sconfitta, si allontana dal vitigno borbottando che tanto quell'uva irraggiungibile senz'altro non era matura. Ora, con le favole a morale, come potrete immaginare, io ci vado a nozze. Qui si tratta di fingere disinteresse per qualcosa che non ci è dato ottenere. Per quanto mi riguarda è una disciplina che mi è capitato di coltivare, in più occasioni e con diverse qualità di uva. Non solo: uno alla fine ha una tale dimestichezza con la propria finzione che finisce col crederci. Peccato che la simulazione e la dissimulazione, in particolare con se stessi, abbiano in genere vita breve. Una volta un'amica mi ha raccontato, parlando dell'irraggiungibile ragazzo del quale era innamorata, una serie infinita di ridicole scempiaggini. In particolare ricordo alcuni classici, tipo in fondo non siamo fatti per stare insieme, siamo troppo diversi e parliamo lingue diverse, finiremmo col deluderci e disprezzarci, cui lei aggiunse alcune varianti da soap opera quali l'astrologa parla chiaro: io sono un segno di fuoco mentre lui è un segno d'acqua, come potremmo andare d'accordo?

Naturalmente la casistica è sconfinata. Voi ce l'avete il vostro grappolo d'uva?


martedì 5 gennaio 2010

Alcune vivezze et altre cose morbide

Negli ultimi tre giorni ho partecipato ad alcuni corsi di recupero e approfondimento per disadattati. Mi sono recata in apposito istituto, con valigia e quaderno per gli appunti. Vorrei rendervi partecipi delle nozioni apprese, che potrebbero tornare utili.


La pronuncia corretta di Valdobbiadene è ValdobbiAdene, con l'accento sulla à.


Certi gatti amano l'adipe e i cassetti. Certi altri la pancetta per la carbonara.


Sul futon è vietata la copula. O quantomeno è sconsigliata.


L'ospedale di San Bonifacio (VR) è sfavillante come un centro commerciale, ha lo stesso ingresso di un casinò, l'architettura di un hotel di Dubai ed è dotato di un bagno di 40 mq.


Per fare acquisti in alcune pasticcerie vicentine è necessaria la tessera annonaria: ogni cittadino può comprare un numero di paste non superiore a 7.


Castelfranco Veneto (TV) ospita una mostra dedicata a Giorgione. I visitatori in coda ricevono dal personale del museo cioccolatini per ingannare l'attesa.


L'attendibilità della meteorologia ricorda molto da vicino quella dell'astrologia.


Non è necessario sparecchiare la tavola alla fine di ogni pasto. È anzi consigliabile, in certi casi, lasciarla apparecchiata almeno tre giorni di seguito.


Se fai sesso per un periodo di tempo superiore alle tre settimane sempre con la stessa persona si può a rigore parlare di “fidanzato”. Anche la definizione di friend with benefit può essere indicata, a patto che il benefit sia all'altezza.


Ogni giorno deglutiamo 400 volte. Ogni deglutizione corrisponde a una spinta verso il basso pari a circa 4,5 kg.


Tiffany ha prodotto certe piccole alette in argento il cui scopo è mantenere nella giusta forma i colletti delle camicie. Sarebbe bene evitare di giocarci mentre ci si trova nei pressi di grate e tombini.


La modalità caldo caraibico, in alcune case, non la trovi soltanto sul termostato.