
Ci sono cascata anch’io. Uso e abuso di integratori, sostanze naturali o quasi, che ingerisco più volte al giorno nell’illusione che mi mantengano in salute e ben conservata. Pare sia una prerogativa delle donne quella di servirsi di capsule, fialette e granuli che promettono benessere psicofisico prolungato. Io non faccio eccezione. Escluse le vitamine (per il momento assumo frutta e verdura a sufficienza, ma non si può mai dire), a periodi alterni, ho inghiottito praticamente di tutto: la bardana per la pelle, carciofo e tarassaco per depurare, i semi di pompelmo come antibiotico naturale, propoli ed echinacea per le difese immunitarie, fermenti lattici in tutti i formati e litri di tè verde (che un integratore non è ma pare faccia bene). Come sanno gli esperti esistono erbette praticamente per ogni cosa, fiori bacche e frutti benefici, cortecce che son la panacea di tutti i mali. Come dice l’etichetta, comunque, “gli integratori non sostituiscono una dieta variata, devono essere impiegati nell’ambito di una dieta adeguata seguendo uno stile di vita sano con un buon livello di attività fisica”. Ma a me piace credere che buttar giù il magico opercolo fitoterapico già mi regali un pezzetto di salute imperitura. C’è un integratore che prendo ultimamente a base di potassio e magnesio, un classico dei sali minerali (ma se trovi il tempo di mangiare una banana e una manciata di mandorle tostate è uguale), che ha su di me un effetto dopante: lo trovo euforizzante. Ok, solo per una mezz’ora, ma ho calcolato che se ne assumo sei litri al giorno il mio rendimento, professionale e non, subirà un’impennata di rilievo. Forse.
Naturalmente ne esistono per ogni patologia e per qualunque necessità. Posso confermare che non servono a niente quelli che promettono di far crescere le tette e nutro dubbi decisivi anche su quelli per guarire dal mal d’amore.