Da qualche tempo ho una malattia
della pelle. Avete presente? Certo che avete presente, ma pensate, con torto,
che se avete superato indenni i 17 anni la cosa non vi riguarderà mai più. Lo pensavo
anch’io. Finché ho dovuto arrendermi all’evidenza: brufoletti, pustoline e
vescichette, di presenza periodica ma regolare in punti ben precisi della mia
faccia, non potevano essere legati all’alimentazione, né all’abuso di sostanze
irritanti per il fegato, fritture, alcool né salami. No. La diagnosi me l’ha
fatta il medico: acne microcistica mentoniera. Che significa che la curva tra
mento e collo, sulla mia faccia, è al momento ricovero di infiammazioni
piuttosto bruttine e, soprattutto, molto dolorose. Perché quello che forse
nessuno sa o fatica a ricordare è che il problema non è solo il simpatico
brufolo, né la cicatrice che il suddetto lascerà, quanto il senso di bruciore,
prurito e dolore che ti accompagna per giornate intere. Ammesso che a qualcuno venga
voglia di fare cheek to cheek con me, non potrà farlo senza che l’irritazione
mi punga le guance, costringendomi a ritrarmi sofferente.
L’acne a 30 anni risponde
probabilmente a qualche oscura legge del contrappasso ed è possibile che io
stia espiando qualcosa, anche se mi sfugge cosa. Forse solo la vanità.
Al momento sto affrontando il
problema con tutte le armi che la scienza mette a mia disposizione e sono in
cura presso una dermatologa, un’omeopata, un maestro yoga e un parrucchiere.
La dermatologa dice che si tratta di sbalzi ormonali molto comuni e mi ha prescritto cremine, unguenti e detergenti che mi stanno decomponendo: i risultati ci sono ma gli effetti collaterali comportano la perdita della pelle a squame. Scommetto che la peculiarità dell’immagine vi sta provocando una piccola smorfia tra il disgusto e il pietoso. Anche a me.
Per questo frequento pure un’omeopata, che dopo avermi fatto 60 minuti esatti di domande molto personali ha decretato che si tratta di stress e mi ha invitato ad assumere granuli, gocce, fialette. Tre volte al giorno, ma qualcosa a giorni alterni, solo la sera, 15 minuti prima dei pasti, alternando le palline sotto la lingua. Combatto quindi lo stress con una cura che mi impone sforzi mnemonici molto stressanti. Ma la pazienza è virtù che mi appartiene e giungerò in fondo alla terapia.
Il maestro yoga ha invece notato che pendo leggermente verso sinistra mentre faccio la verticale poggiata sui gomiti, in una posizione che si chiama calamba shirsasana. Da questo ha diagnosticato uno squilibrio interno ai miei chakra e mi ha imposto cicli di meditazione e controllo della respirazione. Quando resterò dritta come un giunco in equilibrio sulle ulne mi tornerà la pelle di pesca, è scientifico.
Tra tutti i miei medici, del fisico e dell’anima, quello che mi dà più soddisfazione è comunque il parrucchiere, che ha deciso di curarmi con massaggi cranio facciali e impacchi restituivi alle doppie punte.
3 commenti:
in un periodo molto stressante della mia vita (la fine di una storia per intenderci) avevo la faccia che sembrava un vulcano.
ho fatto una cura molto forte alla isotretinoina, un derivato della vitamina a,è stata dura, ma sono due anni che non ho più un brufolo, ora spero duri così in eterno!
Vedi cosa succede a voler tornare sedicenne? :-)
PS: l'essenza di una persona è più importante dell'apparenza.
Ti capisco tanto, perché anche la mia vive un'adolescenza di ritorno per ragioni più legate alle ansie dell'essere adulti...
Però ti stai prendendo cura di te (attraverso strade diverse, alcune anche gratificanti :-) e vedrai che passerà.
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