martedì 15 settembre 2009

Chi ben comincia

Arrivo all'incrocio pedalante coi pensieri a fette, 7 del mattino, la strada è deserta. La percorro tutti i giorni alla stessa ora, conosco a memoria la sequenza delle precedenze. Qui è mia. Ma lui, furgone, non se ne cura. Un secondo esatto per capire che forse non mi ha vista, o che se mi ha vista se ne sta fregando, che non sta rallentando. Pochi metri, sempre meno. Chissà cosa pensa quando si rende conto che sono lì. Qualunque cosa pensi, lui è al chiuso di un abitacolo in acciaio, io sono all'aperto, in sella nell'aria del mattino. Vedo la frenata, ma non sarà sufficiente mi dico. Pochi istanti per pensare oddio qui c'è l'asfalto, spero di non farmi troppo male. Dilatazione spaziotemporale. Quando finisce questo maledetto incrocio? Pedalo. È a un metro, urlo, i muscoli contratti in attesa dell'impatto. Ma l'impatto non c'è: io passo, gli si spegne il motore nello sforzo dell'inchiodata. Mi fermo. Non ne vedo nemmeno la faccia e grido “Coglione! Cazzo! Avevo la precedenza!”. Avrei voluto dire qualcosa di più intelligente, magari senza turpiloquio, non urlando. In teoria sarei la tipa da invitarlo a discutere a mente fredda, con calma e ragionevolezza, dell'imprudenza della sua guida. Invece sbraito cinque parole. Riparto. Riparte. Mi accorgo che sto tremando. Piango per due isolati. Poi la giornata comincia.


Potrei fare autocritica. Se fossi andata un po' meno veloce, se ci fosse stata più luce, se non ci fosse stato l'asfalto bagnato. Insomma, forse è colpa mia, forse pedalavo distratta.
Al diavolo l'autocritica! Avevo la precedenza. E so andare in bicicletta. Quel demente si doveva fermare.

20 commenti:

mich ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
splendidi quarantenni ha detto...

"Fai attenzione, simpatico padroncino terzista, al rispetto rigoroso delle precedenze".
Sì, ci si aspettava una frase così da te.
Pur delusi, ci si rallegra che tu abbia potuto raccontarci l'increscioso episodio.

mich ha detto...

ho dovuto chiedere chiarimenti attorno alla figura del "padroncino terzista".
sono l'unica ad aver imparato oggi una nuova accezione per parole già note (e che, a quanto pare, identificano una professione) o qualche altro si sta chiedendo da 4 ore di chi si tratta?

PS. mamma sto bene. sì sì, certo che avevo il casco

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

No, non sei l'unica.

Sono molto felice di saperti tutta intera.

ps: il turpiloquio ci stava tutto. Ecchecavolo!

m ha detto...

Per questo vado sempre in giro armato di turpiloqui pronto effetto.

(Che paura)

Unknown ha detto...

io d'estate spesso corricchio in bici ... ogni incrocio è un incubo :/

molto meglio le stradine in salita ... ma che fatica lì!

eppifemili ha detto...

E QUANDO CE VO', CE VO'

eccheccavolo!

Anonimo ha detto...

Una volta per radio ho sentito un comico dire che la precedenza è tutta una questione di sguardi...

Battute a parte, ci credo che hai pianto per la paura di quello che sarebbe potuto accadere... (Un massaggio relax ci vuole tutto, sì!)

mich ha detto...

@ jane: Splendido docet
"il padroncino è il proprietario di furgoni o piccoli camion che generalmente trasporta merci di terzi"

@ m: dovresti prestarmene qualcuno, ho un lessico molto limitato (in sostanza le due parole citate)

@ carlo: macché salita! mi viene il fiatone solo a sentire la parola

@ eppifemili: devo diventare più intraprendente in proposito, me l'ha detto anche un amico teorico dell'esternalizzazione "tu, mich, devi mandare a stendere la gente con più disinvoltura"

@ laura: quel comico aveva ragione

Unknown ha detto...

è stupefacente che tu sia riuscita a continuare a pedalare. e capisco perfettamente il pianto.

Anonimo ha detto...

a volte sono felice di aver imparato a guidare a napoli, dove i segnali stradali servono a rendere le strade meno grige, e dove l'unico segnale utile è lo sguardo. per decidere chi ha la precedenza, i due conducenti abbassano i finestrini, si guardano per un quarto d'ora, stile poker, e il primo che cede e ride, cede anche la precedenza. poi però ha il diritto del turpiloquio, sia che avesse ragione sia che avesse torto secondo le regole vigenti nel resto d'italia.

Gary Coopo ha detto...

e poi dicono che andare in bici faccia bene alla salute ..

NikkoHell ha detto...

A me una volta è successo in macchina con un autobus che alle due di notte ha preso un incrocio senza fermarsi. Aveva lo stop.
Sono rimasto una mezz'ora a farmi il film del mio spiaccicamento sul parabrezza dell'autista.
Tremori.

Anonimo ha detto...

Mich, credimi, sei davvero brava a scrivere, ma _non_ sai andare in bicicletta.
Il concetto non è se tu hai o non hai la precedenza, il punto, il solito punto, è se quello più grosso di te ha intenzione di rispettare le regole. Per via che le regole, come dire, non sono esattamente un diritto divino. Dipendono da obblighi sociali, e da una valutazione di rischi e benefici. E anche, o magari soprattutto, dalla contingenza.
Voglio dire, il tizio era uno stronzo, e ti è andata bene, ma, visto che vorrei continuare a leggerti, ti esorto a non scambiare i cartelli stradali per un'armatura, e a chiederti cosa possa succedere se il prossimo passante, sia pure in torto, ti stira.
E a comportarti di conseguenza.

Danilo

Fed Zeppelin ha detto...

Non si diebbe, ma non mi dò spesso al turpiloquio. In macchina dò il mio peggio -_-
Felice che tu l'abbia scampata :)

e sì, anche io me la sto chiedendo quella cosa del padroncino terzista.

... ha detto...

ma non è vietato andare in bici alle 7 di mattina?

Anonimo ha detto...

Io non sarei riuscita a continuare a pedalare. Per l'epiteto, ci stava tutto:

mich ha detto...

@ sid: il pianto era isterico, la pedalata pure

@ ghirigori: avrei dovuto imparare anch'io da quelle parti, ora non mi aggrapperei insensatamente a questo inesistente rigore sabaudo

@ gary: andare in bici è l'unico sport estremo che pratico

@ nikkohell: stessa cosa. il film dello spiaccicamento ha iniziato ad abbandonarmi solo verso l'ora di pranzo

@ danilo hai ragione, che dire? invece di usare i cartelli stradali come armatura magari uso un'armatura come armatura e ci vado in giro in bici

@ fed: la propensione al turpiloquio ha un'incredibile relazione con la vita urbana

@ hound: forse faranno un DDL anche per quello

@ sancla: si pedala per inerzia o per adrenalina, in entrambi i casi smettere di farlo sembra illogico (e io amo la logica)

Miriam ha detto...

Purtroppo i pessimi individui s'incrociano sia andando in bici che in auto e quando le paroline gentili vengono su per la gola non bisogna fermarle, se lo sono solo meritati, chiunque siano! Beata te che ami pedalare, che fatica...ci ho provato ma che paura nel traffico, nessuno rispetta gli amanti della bici, sono considerati dei grandi rompiscatole del traffico! CRETINI, sono dei perfetti imbecilli, deficienti, ma mi fermo qui...
Ciao!!!

Fabietto82 ha detto...

Beh, sono felice di saperti tutta intera! Tranquilla, il turpiloquio violento ci stava tutto, anche se... mi sono capitate un paio di situazioni simili (certo, non da farsi molto male) in cui i miei pensieri sono andati a quanti soldi mi avrebbe fruttato l'assicurazione... :| se questa non è avidità, è certamente pazzia!